Dopo il successo alla KIAF 2011 (Korea International Art Fair), e la partecipazione a OpenArtCode Paris al Grand Palais di Parigi, Raymond Hoogendorp sarà presente a Firenze per la personale a lui dedicata dalla galleria Present Art Space, a cura di Vito Abba e Giada Rodani. Un gruppo di opere recenti, caratterizzato da tele di grandi dimensioni, sarà esposto nella galleria di via de’ Serragli dal 28 gennaio al 18 febbraio 2012. Orari: dal lunedì al venerdì 15,30-19,30; info: tel. 0552645767.
www.raymondhoogendorp.com
I dipinti e le performances di “live painting” di Raymond Hoogendorp in un primo momento fanno pensare all’espressionismo astratto americano, non tanto a Franz Kline o Willem de Kooning, quanto piuttosto a Jackson Pollock. Quando poi si osservano l’importanza del colore, scagliato sulle grandi tele, e i volumi generati dall’abbondanza delle vernici, si ha la netta percezione di trovarsi di fronte a qualcosa di diverso e di originale. I blocchi di colore primari di Hoogendorp fanno pensare ai fuochi di artificio, allo champagne che fa saltare il tappo della bottiglia o allo scorrere, talvolta impetuoso, talvolta lento, della lava di un vulcano. Con le sue opere l’artista olandese non vuole tradurre nella figurazione i pensieri della sua mente, ma farci partecipi del suo istinto pittorico, talvolta giocoso, talvolta fatto di forti emozioni.
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I dipinti e le performances di “live painting” di Raymond Hoogendorp in un primo momento fanno pensare all’espressionismo astratto americano, non tanto a Franz Kline o Willem de Kooning, quanto piuttosto a Jackson Pollock. Quando poi si osservano l’importanza del colore, scagliato sulle grandi tele, e i volumi generati dall’abbondanza delle vernici, si ha la netta percezione di trovarsi di fronte a qualcosa di diverso e di originale. I blocchi di colore primari di Hoogendorp fanno pensare ai fuochi di artificio, allo champagne che fa saltare il tappo della bottiglia o allo scorrere, talvolta impetuoso, talvolta lento, della lava di un vulcano. Con le sue opere l’artista olandese non vuole tradurre nella figurazione i pensieri della sua mente, ma farci partecipi del suo istinto pittorico, talvolta giocoso, talvolta fatto di forti emozioni.